Dietro le quinte della Scuola di Brissago

La direttrice, Marina Bernasconi, e la responsabile del Dicastero educazione, Veronica Marcacci Rossi, raccontano la realtà dell’Istituto, dall’organizzazione ai progetti destinati ai bambini.

L’istituto scolastico comunale di Brissago è composto da 4 classi, una grande sezione di scuola dell’infanzia inclusiva, una prima elementare, una biclasse di seconda e terza elementare e una biclasse di quarta e quinta inclusiva. Iniziamo da qui: cosa significa essere un istituto che ospita due classi inclusive? Lo abbiamo chiesto alla direttrice, Marina Bernasconi.

“Significa accogliere nelle classi bambine e bambini con bisogni educativi speciali. Queste allieve e questi allievi sono accompagnati e seguiti da docenti di scuola speciale che favoriscono il loro inserimento e l’apprendimento condiviso con le compagne e i compagni di classe. Un’esperienza arricchente che insegna fin dalla scuola dell’infanzia ad essere accoglienti”.

Veniamo ora alle biclassi. Da dove nasce l’esigenza di questa formula? “Purtroppo – spiega la direttrice – come spesso accade nelle realtà di paese, il numero di bambine e bambini tende a rimanere basso, ecco perché a Brissago ci sono due biclassi. Ma anche l’esperienza della “classe doppia” ha i suoi vantaggi, sia per quanto riguarda la possibilità di differenziare le attività proposte, sia per gli scambi tra pari, con momenti di aiuto reciproco e di tutorato”.

L’anno della pandemia, al di là dei problemi che ha creato, è stato per la Scuola di Brissago un’occasione per consolidare la cooperazione tra i docenti e tra le classi. Negli ultimi tre anni sono nati diversi progetti innovativi.

“Grazie alla collaborazione con un’équipe di docenti e di ricercatrici e ricercatori dell’Università e dell’Alta scuola pedagogica di Friborgo – prosegue Marina Bernasconi – abbiamo intrapreso un percorso di formazione che ci ha portate a leggere in tutte le classi, dalla scuola dell’infanzia alla quinta elementare, la storia “Di traverso”. La storia narra le avventure di Delta, una pipistrella curiosa e del suo amico Hypsi che vola con la pancia all’aria, di traverso. La lettura del libro e le attività proposte hanno aiutato le bambine e i bambini a riflettere sul tema delle differenze e delle disuguaglianze”.

Terminata (speriamo) la pandemia, in Ucraina è scoppiata la guerra. Un tema che a scuola non può essere ignorato. “Esatto, anche perché la guerra in Ucraina ha portato da noi tre nuovi compagni e tante riflessioni su quanto la pace sia un bene molto importante”.

Ma le innovazioni vanno oltre gli eventi drammatici. L’anno scorso, per esempio, sono state introdotte “le giornate progetto” che hanno come obiettivo principale quello di “radicare” le bambine e i bambini nel loro territorio, scoprendo insieme, fuori dall’aula, le caratteristiche di Brissago e personaggi e avvenimenti della storia passata. Non solo, aggiunge la direttrice: “Abbiamo dato vita all’orto della scuola dell’infanzia e sviluppato percorsi didattici sul bosco e sulle galline, collaborando con il gruppo InSeme di Brissago. E in collaborazione con il Patriziato abbiamo piantato maggiociondoli e abeti bianchi a Naccio”.

E quest’anno? “Il tema condiviso da tutte le classi è ‘Come essere un istituto gentile’, ma magari ne parleremo un’altra volta…”.

La gentilezza è un tema che richiama il suo contrario, la prepotenza. Alla luce dei fatti di cronaca e delle tematiche sociali di cui spesso si parla, alle elementari si è affrontato anche il tema del bullismo e di tutto quanto di negativo gira attorno ai social network. “Dall’anno scorso – spiega Veronica Marcacci Rossi, responsabile del Dicastero educazione – ho deciso, dopo averne discusso con la direzione dell’Istituto, di anticipare dei momenti informativi destinati ai bambini in collaborazione con il Gruppo della polizia cantonale ‘Visione giovani’. Solitamente questi incontri vengono organizzati dalla quinta elementare in poi. Ma, anche se non abbiamo mai avuto casi concreti all’interno della scuola di Brissago, ritengo che la prevenzione sia molto importante per spiegare agli allievi i pericoli insiti nell’uso dei social e di cerchi videogiochi. E anche per educarli ai valori della vita reale: rispetto per gli altri, educazione, non violenza…”. Tutte problematiche, aggiunge la municipale, che si sono evidenziate anche a causa dei lunghi periodi di confinamento legati alla pandemia.

Nell’ambito di questa iniziativa sono state anche organizzate due serate informative destinate non solo alle famiglie ma a tutta la popolazione. “In questo caso – aggiunge Veronica Marcacci Rossi – ci siamo rivolti a un esperto in materia, Paolo Attivissimo, che nella prima conferenza ha spiegato cosa si nasconde dietro alla realtà dei videogiochi, mentre nella seconda, mercoledì 26 ottobre, ha affrontato il tema dei pericoli che bambini e adolescenti incontrano su internet.

Da segnalare, infine, il servizio extrascolastico, attivo da due anni. Il centro, gestito dall’Associazione Mira, ha sede nell’istituto scolastico e offre alle famiglie che lavorano la possibilità di lasciare i propri figli dalle 7 del mattino alle 7 di sera, anche durante i mesi estivi. Vi possono accedere i bambini in età scolastica, dai 3 anni in poi. Il servizio è cofinanziato dal Comune e dal Cantone.

Partager cette page

WhatsApp
Facebook
LinkedIn
X
Courriel