L’oro blu di Brissago, ecco come funziona il Servizio di approvvigionamento idrico

Il municipale Jelmoni, il direttore Fiscalini e Treichler, spiegano come l'acqua sorgiva arriva nelle nostre case.

Vi siete mai chiesti, quando aprite il rubinetto, da dove proviene e come viene trattata l’acqua che arriva nelle vostre case? L’acqua che usate per bere, per cucinare, per lavarvi, per irrigare il giardino… Il cosiddetto “oro blu”, termine che indica quanto questa risorsa sia preziosa e fondamentale per tutti noi. Bene, in questo articolo proviamo a spiegare in modo semplice e sintetico come funziona il Servizio di approvvigionamento idrico di Brissago.

Iniziamo dalle figure che lo gestiscono: Giacomo Fiscalini, che lo dirige, si occupa della pianificazione degli investimenti; Martin Treichler è responsabile della qualità dell’acqua e del programma di lavoro; Fabio Pantellini della fatturazione. Al Servizio lavorano, infine, due sorveglianti di acquedotto Baldo Gigliotta e Renato Cagna. Poche persone, insomma, per gestire un sistema molto delicato e complesso che fa capo al municipale Claudio Jelmoni.

La prima cosa da sapere, spiega Fiscalini, è che l’acqua di Brissago è praticamente tutta sorgiva. Circa il 70% proviene dal drenaggio della galleria che collega il lago di Palagnedra alla centrale dell’OFIMA, azienda con la quale il Comune ha una concessione. Il rimanente 30% proviene invece da sorgenti montane, distribuite soprattutto nelle coste di Incella e di Piodina: “Si tratta ovviamente di acqua non superficiale, che sgorga delle profondità della roccia, ed è quindi particolarmente pulita, filtrata in modo naturale. Per precauzione, effettuiamo comunque dei trattamenti con lampade UV che eliminano eventuali batteri residui: la più grande si trova in prossimità della galleria dell’OFIMA, le altre sono installate nei pressi delle sorgenti”. Ma in futuro si dovrà far capo (anche) all’acqua di lago. “Nei prossimi anni (2035) scadrà infatti la concessione con le Officine idroelettriche della Maggia – afferma il capodicastero Jelmoni -, e nel caso non fosse possibile rinnovare tale concessione, verrà a mancare la principale fonte di approvvigionamento. Abbiamo quindi già avviato uno studio preliminare, in collaborazione con i comuni di Ronco e di Ascona, per valutare la fattibilità di captare l’acqua nelle profondità del lago. È un progetto che, qualora si rilevasse plausibile, potrebbe concretizzarsi entro una quindicina d’anni e che richiederà ingenti investimenti, anche a livello di trattamento e di purificazione dell’acqua. In ogni caso, intendiamo mantenere le attuali sorgenti. Dirò di più: intendiamo migliorare ulteriormente la captazione, prova ne sia che stiamo cercando una nuova sorgente montana per il comparto di Naccio, dove l’acqua scarseggia. Nei prossimi mesi capiremo se si tratta di un investimento sostenibile e se riusciremo a individuare una sorgente che garantisca un flusso costante”. Una volta captata l’acqua viene immessa in serbatoi di stoccaggio, che sono una ventina, sparsi sul territorio del Comune. Il loro ruolo è distribuire l’acqua nelle diverse “zone di pressione” e regolare in modo uniforme, appunto, la pressione sull’intera rete. Brissago ha una morfologia particolare, con insediamenti che vanno dal lago alla montagna, e non sarebbe possibile gestire la distribuzione con un unico serbatoio. Il sistema comprende anche delle riserve idriche in caso di siccità e anti-incendio e, semplificando al massimo, si regge su tre pilastri: captazione, accumulo e stoccaggio, distribuzione.

Per quanto riguarda gli investimenti, come già accennava Jelmoni, non sono di poco conto, anzi: “Negli ultimi anni – spiega Fiscalini – abbiamo sostituito l’acquedotto sotto la strada cantonale, opera costata circa 4 milioni. Attualmente stiamo rifacendo la rete tra Porta e Gadero. Abbiamo inoltre realizzato dei nuovi serbatoi e acquistato apparecchiature per la ricerca delle perdite nella rete. Chiaramente, essendo Brissago un Comune con un’alta percentuale di residenze secondarie – ha circa 1’600 residenti e un potenziale di 5’000 abitanti durante l’estate – il consumo d’acqua aumenta moltissimo tra luglio e agosto. La rete è stata dunque dimensionata per servire tutte le abitazioni, anche se per la gran parte dell’anno è utilizzata soltanto da quelle primarie”.

La nostra rete, aggiunge Jelmoni, “è dimensionata sulla base del Piano cantonale di approvvigionamento idrico, che stabilisce le esigenze in base ai piani regolatori dei comuni, stabilendo il potenziale delle economie domestiche da servire. È ovvio che avendo un numero elevato di case di vacanza sono necessari maggiori investimenti e i costi di gestione sono più alti, ma lo stesso discorso vale  anche per altri servizi comunali, penso per esempio alla raccolta dei rifiuti”.

Nonostante la siccità che ha caratterizzato l’estate 2022, Brissago non ha avuto particolari problemi di approvvigionamento. “Certo – afferma Fiscalini – in alcuni periodi dell’anno scorso la situazione è stata critica, soprattutto ai monti, ma siamo comunque riusciti a garantire la distribuzione, pur con qualche limitazione all’utilizzo”.

A questo proposito, aggiunge Jelmoni, “adotteremo prossimamente un piano generale in caso di siccità che uniforma i gradi di allerta a livello cantonale, stabilendo le misure che i comuni devono prendere, e far rispettare alla popolazione, in caso di carenza idrica. Ne discuteremo in Municipio nelle prossime settimane”.

Ma per i comuni che, come Brissago, fanno capo all’acqua sorgiva, anche le forti piogge possono essere un problema: “In questi casi – spiega Fiscalini – c’è sempre il rischio di infiltrazione nella rete di acqua superficiale. Per scongiurare eventuali contaminazioni, malfunzionamenti e guasti,  che porterebbero ad avvisi di non potabilità dell’acqua, sottostiamo ad un controllo costante della qualità sull’intero acquedotto, con regolari analisi microbiologiche nei punti critici della rete, alle quali si aggiungono le verifiche senza preavviso da parte dell’organo ufficiale di controllo (Laboratorio cantonale). Non solo: ogni sorgente dispone di diverse zone di protezione, alcune recintate, che impediscono l’accesso ad animali selvatici o di allevamento”.

Insomma, l’acqua che arriva nelle nostre case è davvero “oro blu”, come afferma Martin Treichler, possiamo berla con assoluta tranquillità. Lo confermano anche i risultati del concorso indetto annualmente dall’Associazione Cantonale dei Fontanieri, i quali indicano che l’acqua di Brissago è di ottima qualità: non solo limpida e pulita, ma anche ricca di preziose sostanze minerali. Inoltre, conclude Treichler, stiamo implementando un complesso sistema per la gestione integrale della qualità che comprende non solo l’acqua stessa ma tutti gli ambiti dell’acquedotto e delle persone che ci lavorano. E allora Cin-Cin…

Per ulteriori informazioni sulla qualità dell’acqua: https://trinkwasser.ch/it/fornitore/1175/servizio-di-approvvigionamento-acqua-potabile

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