Il principio, uno dei principi, potrebbe essere contenuto in un passaggio del romanzo di Luc Lang “Racconto della lotta”, che narra la passione dell’autore per il karate: “Il maestro, il sensei, non è uno che parla e spiega, ma che mostra e corregge. È attraverso un linguaggio gestuale che si tesse la linea dell’educazione”.
Il maestro insegna nel Dojo, che in giapponese significa “Luogo (jo) dove si segue la Via (do)”. L’ideogramma “do” ha il significato di “percorso, cammino” inteso come crescita personale.
Forse non tutti sanno, e l’obiettivo di questa newsletter è raccontarlo, che anche a Brissago c’è un piccolo Dojo, dove dal 2006 insegna il maestro Giorgio Di Resta, cintura nera terzo Dan.
“La nostra società, affiliata alla Suisse Shotokan Karate (SSK), è senza scopo di lucro e promuove una sana attività fisica e mentale – spiega Di Resta -. Tutti possono praticare il karate, indipendentemente dall’età, diciamo dagli 8 agli 80 anni, ognuno in base alle proprie possibilità e condizioni fisiche. Lo stile che insegniamo è di tipo tradizionale, impostato sull’autodifesa utilizzando unicamente mani e piedi”.
A Brissago i corsi si svolgono nella palestra comunale, al piano terreno del centro scolastico, il lunedì dalle 18:00 alle 19:00, il mercoledì agli stessi orari e il venerdì dalle 20:00 alle 22:00. Ogni membro del Dojo di Brissago ha poi la possibilità di frequentare stage di allenamento tecnici, speciali e di combattimento nazionali organizzati da Suisse Shotokan Karate.
Sul sito web del Dojo si trovano le informazioni di base e i contatti del maestro.
“Sono molto contento che Brissago, grazie al maestro Di Resta, offra anche la possibilità di praticare una disciplina sportiva come il karate, tecnica di difesa personale – afferma Alessio Franconi, municipale responsabile del Dicastero sport -. È un allenamento che coinvolge il corpo intero e ha diversi benefici anche per la mente. Un’arte marziale che possono praticare tutti e che consiglio vivamente di provare, perché non è mai troppo tardi per iniziare…”.
Il karate, o più propriamente karate-dō, che significa “via della mano vuota”, è un’arte marziale originaria dell’isola di Okinawa (annessa al Giappone sul finire dell’Ottocento), ed è stata influenzata da tecniche di lotta cinesi. La diffusione di quest’arte marziale al di fuori dell’isola iniziò nel 1922, quando il Ministero giapponese dell’Educazione invitò a Tokyo il maestro Gichin Funakoshi. Due anni dopo nacque il primo club universitario di karate.
Sono trascorsi oltre cento anni da allora e il karate si è diffuso nel mondo intero. È diventato sport di competizione e disciplina olimpica, ma per molti praticanti rimane principalmente un percorso di crescita: come tutte le arti marziali che hanno il suffisso Dō, ha come fine ultimo il miglioramento della persona e l’elevazione spirituale attraverso la pratica fisica e il perfezionamento delle tecniche. Inoltre il karate è stettamente legato al buddismo zen, in quanto entrambe le discipline si basano sulla concentrazione, la consapevolezza e la meditazione.
Shotokan, lo stile moderno più diffuso nel mondo è stato fondato da Funakoshi (con contributi tecnici del figlio Yoshitaka) intorno agli anni Quaranta. Pur praticato in numerose varianti e da numerose scuole, con diverse variabili tecniche, si caratterizza per le posizioni tendenzialmente basse, stabili e forti. Il nome significa “casa (kan) di Shoto (brezza nella pineta)”, pseudonimo con cui Funakoshi firmava i suoi componimenti poetici.
“La mente è un tutt’uno con cielo e terra. Il ritmo circolatorio del corpo è simile al sole e alla luna. La legge include durezza e morbidezza. Agisci in armonia con tempo e mutamento (…). Gli occhi non perdono neppure il più piccolo cambiamento. Le orecchie ascoltano in tutte le direzioni”. Così Funakoshi descriveva il karate, che per lui era soprattutto una disciplina olistica finalizzata allo sviluppo fisico, mentale e spirituale dell’individuo, più che un’arte di combattimento. E a questa filosofia si ispira Giorgio Di Resta: “Sia chiara una cosa: il karate è una disciplina di difesa personale, ma non si impara per picchiare”, dice. Tra l’altro, nel 2017 Di Resta ha partecipato agli allenamenti organizzati a Winterthur in occasione del 40esimo di Suisse Shotokan Karate, con la presenza onoraria del maestro Tsutomu Ohshima, allievo di Funakoshi, che ha tradotto il suo libro Karate Do Kyohan.
Gli allenamenti si suddividono come da tradizione in 3 momenti distinti: Kihon: lo studio di singole tecniche base di attacco e difesa; Kata: lo studio di sequenze complesse prestabilite di combattimento, senza un avversario; Kumite: lo studio di forme di combattimento con un avversario.