Trovare un posto barca in Ticino oggi è un terno al lotto. I porti non mancano sui nostri laghi, ma l’offerta è nettamente inferiore alla domanda. Soltanto a Brissago ci sono una cinquantina di persone, tra domiciliati e turisti, in lista d’attesa. Un fenomeno che riguarda un po’ tutti i laghi svizzeri, perché negli ultimi anni il mercato della navigazione privata è decisamente aumentato, con un’impennata nel periodo della pandemia.
Il porto La Resiga è considerato relativamente grande, con i suoi oltre 160 posti barca, ai quali si aggiungono 6 ormeggi temporanei per “passanti”. Ma, come detto, per soddisfare le richieste ce ne vorrebbero molti di più. Da qui, la domanda: è ipotizzabile ampliare la capacità portuale di Brissago, considerando anche l’importante valenza turistica – e si tratta in generale di un turismo di alto livello – che i porti rivestono?
In questo caso, tra il dire e il fare non c’è di mezzo il mare ma il lago. Il municipale Ivo Storelli, responsabile, tra l’altro del Dicastero porti comunali, è il primo che vorrebbe poter rispondere di sì. Ma…
“Per prima cosa – spiega – bisogna capire dove si potrebbe realizzare una nuova infrastruttura, visto che alla Resiga non abbiamo più spazio. C’è un’ipotesi di creare un porto con una trentina di ormeggi davanti al Centro Dannemann, ma non sappiamo ancora quale sarà il destino di quell’area. Quindi rimane un’ipotesi. In ogni caso, un porto richiede anche posteggi, accessi per i carrelli che trasportano le barche e altre infrastrutture per gli utenti. Non solo: abbiamo una riva del lago che sprofonda velocemente, il che pone un problema per l’ancoraggio dei pontili. È chiaro che, per tutti questi motivi, anche se avessimo una soluzione logistica concreta, i costi sarebbero ingenti”.
Il Piano regolatore, afferma l’architetto Ivano Bondietti, responsabile del settore edilizia privata all’Ufficio tecnico comunale, prevede una zona per l’ampliamento delle strutture portuali. “Ma gli ostacoli sono di tipo logistico e finanziario – aggiunge -. L’investimento effettuato dal Comune negli ultimi 7/8 anni al porto La Resiga ammonta a circa 800’000 franchi per i lavori principali, comprensivi della sostituzione dei pontili e dei ‘finger’, vale a dire delle passerelle d’accesso, rovinati da eventi metereologici straordinari che colpiscono il Ticino da alcuni anni a questa parte. E lavori di sostituzione e di ammodernamento sono tutt’ora in corso…”.
Eh già… Un porto costa anche in manutenzione e bisogna evitare di fare il passo più lungo della gamba. Ancora Ivo Storelli: “Adesso dobbiamo frenare un attimo sugli investimenti: abbiamo sostituito i due pontili danneggiati dal vento, abbiamo costruito il nuovo edificio portuale, dovremo rifare il pontile dove sono ormeggiate la Gandria, che è vecchio, quindi dobbiamo procedere step by step. Il porto ha già trentun anni e anche la manutenzione costa”.
È vero che, oltre ai costi, ci sono anche le entrate: le categorie di prezzo sono cinque, legate alle dimensioni del natante e alla posizione dell’ormeggio, e vanno da 1’000 a 7’000 franchi all’anno per le imbarcazioni più grandi. Mentre al Porto Vecchio le tariffe annue sono inferiori: tra i 400 e i 500 franchi. Ma sbaglia chi pensa che i porti siano per i Comuni delle galline dalle uova d’oro.
Sul Porto Vecchio è impossibile intervenire con ampliamenti, aggiunge Storelli: “La murata è costruita su palafitte e nessuno si fida a toccarla. Se il lago rimane a un livello ‘normale’ può ospitare alcune piccole barche, avendo in teoria 16 ormeggi, ma se il livello si abbassa eccessivamente bisogna spostarle, con i relativi problemi logistici”.
Il Porto Vecchio fa parte della storia del borgo ed è una struttura di indiscutibile valore per l’intera comunità, anche dal profilo architettonico, conclude Bondietti: “La sua struttura su pali lo rende al contempo unico ma anche molto delicato. Non si escludono comunque in futuro degli interventi finalizzati alla sua salvaguardia”.
In conclusione, uno sguardo all’organizzazione gestionale dei Porti comunali: sul piano amministrativo, Bondietti ha il ruolo di direttore – competente per progetti inerenti la manutenzione e la costruzione di nuove opere, in collaborazione con il Municipio – e Davide Perazzi quello di segretario; mentre Geo Gallotti si occupa della contabilità; la parte operativa è invece affidata a Simone Gambetta che, in qualità di gestore, si occupa del regolare controllo tecnico delle strutture portuali e dell’esecuzione delle opere di manutenzione generale relative allo stabile.