Stemma

Brissago appartiene alla schiera di quei comuni che possono vantare una storia tutta loro. Le vicende del borgo affacciato sulla sponda destra del Verbano costituiscono per molti versi un caso a sé stante, un unicum della storiografia locale.
Due capitoli, tra i più significativi, di questa storia sono cuciti sul gonfalone che il Comune adottò nel 1903 in occasione del primo centenario dell’autonomia del Cantone Ticino.
Il primo è simboleggiato da una grande croce rossa: è l’insegna del Comune di Milano, al cui dominio Brissago fu sottoposto nel Medioevo. Infatti a partire dalla metà del Trecento i Visconti inclusero il Locarnese nella loro sfera d’influenza.
All’inizio del XVI secolo gli Svizzeri, chiamati in Italia dalle guerre franco-spagnole, conquistarono Locarno, occupando anche il borgo sul Lago Maggiore.
Mentre il baliaggio locarnese fu definitivamente riconosciuto agli Svizzeri nel 1516, per la repubblica di Brissago seguirono ancora anni di incertezze. I dubbi furono fugati il giorno di San Giorgio (24 aprile) del 1521, quando Brissago decise di mettersi sotto la protezione dei dodici Cantoni elvetici. Questo atto di dedizione volontaria segnò il destino storico della comunità: a giusta ragione quindi lo stemma comunale esibisce la figura di San Giorgio che richiama il giorno in cui Brissago uscì dall’orbita milanese per entrare definitivamente in quella svizzera.
Cenni storici
Già verso l’anno mille avanti Cristo troviamo in quel di Brissago il primo intervento dell’uomo nell’opera di terrazzamento del territorio. Tra le popolazioni che in tempi remoti abitavano questa regione possiamo annoverare i Liguri ed i Celti, che avevano insediamenti umani di una certa importanza. Con i Romani, ci fu un cambiamento di civiltà e l’introduzione di culture (vite, castagno, noci, …) che in seguito determinarono profondamente l’economia del paese.
Nel primo medioevo, sul modello di quanto avveniva nella vicina Padania, si crearono forme di governo su modello di quelle dei Comuni italiani.
Con l’età feudale ed il Comune rustico, Brissago si diede le sue prime strutture giuridiche (statuti rustici) e religiose (separazione dalla Pieve di Cannobio). La proprietà e lo sfruttamento della terra (vicinia) erano collettivi, rispettivamente la designazione dei responsabili politici (il podestà, i consoli, la credenza) avveniva per nomina dal basso. Pur essendoci dei forti legami con la Pieve ambrosiana di Cannobio, l’autonomia giuridica ed istituzionale era garantita dagli statuti.
Il nascere di una prima borghesia locale diede un forte impulso al commercio, alle manifatture, all’arte ed alla cultura. Questo rapido sviluppo delle attività economiche del borgo non mancò di nuovi sbocchi in direzione dei mercati di Milano.
Nel Cinquecento, con il crollo degli Sforza e quale strascico delle guerre d’Italia si crearono a Brissago due frazioni rivali: il partito milanese e quello svizzero.
Con il vuoto di potere lasciato dal ducato di Milano in piena decadenza, si aprì per Brissago la possibilità di darsi degli ordinamenti repubblicani (1515-1521). Purtroppo, le dure lotte intestine, fomentate ad arte da chi voleva soggiogare la Comunità brissaghese, portarono a gravi distruzioni e a numerosi lutti.
Per porre fine a tale situazione di grave disagio, il giorno dedicato a San Giorgio dell’anno 1521, i Brissaghesi giurarono fedeltà agli Svizzeri, che a loro volta riconobbero il valore giuridico degli statuti del borgo.
Nel seicento Brissago, ridotto ai minimi termini, risultava essere terra separata al baliaggio di Locarno. Evidentemente, per ragioni politiche ed economiche, la contrapposizione con il Comune di Locarno cominciò a farsi sentire. Spesso anche l’amministrazione degli Svizzeri non fu delle più felici, creando litigi e scontri con il polo regionale. In tale ambito, si costituirono alcune famiglie di notarili il cui impegno amministrativo tenne vive le tradizioni libertarie della comunità brissaghese.
Con il Settecento presero nuovo sviluppo i commerci e a fine secolo le idee della Rivoluzione francese non mancarono di infiammare gli animi dei nostri cittadini. Tuttavia, in pubblica assemblea, i Brissaghesi decisero democraticamente di rimanere con gli Svizzeri.
L’Ottocento, con il capitalismo industriale ed i primi sviluppi dell’industria turistica, aprì nuovi orizzonti. Dopo la nascita ed i rivolgimenti della Repubblica Helvetica, infatti anche il Ticino (1803) prese il suo assetto moderno di Cantone.
Con la nascita dello stato confederale, poco a poco, i partiti politici cominciarono ad affermarsi.
È pure l’epoca delle grandi emigrazioni verso nuovi continenti, causate dalla difficile situazione economica. Dal punto di vista della politica estera, le guerre del Risorgimento italiano suscitano non solo grandi simpatie (Carbonari e Mazziniani), ma anche un sostegno diretto dei Brissaghesi ai Garibaldini.
A fine secolo venne inoltre fondata la Fabbrica Tabacchi, industria trainante del borgo, segno tangibile della nascente era industriale.
Il Novecento vede l’affermarsi dell’industria alberghiera con la costruzione del Grand Hotel (1907), dell’Albergo Brenscino (1913) ecc., a significare la notevole attrattività turistica dei luoghi.
Su questa spinta positiva, si è poi sviluppata una vita culturale che in persone come il ma Ruggero Leoncavallo (cittadino onorario nel 1904) ha trovato uno dei suoi vertici.